Lui scende
le scale quasi di corsa, entra in auto, attraversa il quartiere e
imbocca il casello autostradale, direzione nord. Si ferma dopo mezz’ora
in un’area di ristoro, ordina un caffè, si siede ad un tavolino e
ripensa all’espressione dolce di lei mentre stava dormendo. Lei,
svogliatamente, senza alcuna preoccupazione, si alza dal letto dopo un
po’, accende la radio, si fa una doccia, poi va a sedersi e lascia che i
suoi pensieri scorrano nella sua mente senza neppure provare a
interromperli. Dopo giorni di caldo e tempo immobile, adesso si è alzato
il vento, ed a lei questo sembra proprio il segno che andava
aspettando, senza neppure aver saputo fino ad allora che attendeva
qualcosa.
Lui si
sente come in mezzo ad un guado, non ha più alcuna voglia di spingersi
avanti, ma non prova neppure una vera necessità di tornarsene indietro.
Alla fine aspetta semplicemente la prossima persona che entrerà dentro
al locale: se è un uomo, pensa, farà una cosa; se invece è una donna,
farà l’altra. Infine si alza, paga la consumazione, rientra nella sua
macchina, percorre il tratto autostradale fino al primo casello, e poi
torna indietro.
Lei lo
aspetta, sa perfettamente di vederselo arrivare addirittura in quella
stessa mattina, e anche se ancora non ha deciso come farsi trovare, sa
che resterà in silenzio, per permettergli di dire tutto ciò che ha
pensato di loro due. Non ha alcuna importanza essersi visti o meno per
tutto quel periodo, a suo parere; ciò che conta davvero è adesso, ciò
che può avvenire in questa giornata qualsiasi, e non perché debba
succedere qualcosa di particolare, ma soltanto perché le pare che
qualcosa nell’aria abbia deciso così per loro due.
Poi si
trucca leggermente davanti allo specchio, indossa un vestito elegante
con indifferenza, cerca una borsa adatta alle scarpe, e infine esce,
senza nessuna preoccupazione se non dove andare, senza riflettere sui
veri motivi che la portano fuori di casa. Comunque ha il telefono con
sé, e questo le pare già sufficiente.
Lui
parcheggia lungo la strada, riflette per un attimo restando seduto
nell’auto, infine si muove, cammina lungo il marciapiede e raggiunge il
portone del condominio dove abita lei. Suona il campanello, attende
diversi secondi, torna a premere con decisione il piccolo pulsante, ma
al citofono non risponde nessuno. Si volta, torna perplesso verso la sua
macchina, ma si ferma, poi attraversa la strada, osserva con calma i
clienti dentro i negozi e i caffè della zona. Immagina di incontrarla
per caso, magari riuscire ad osservarla attraverso una vetrina mentre
lei non lo vede, ma per quanto continui a cercarla, di lei non sembra ci
sia alcuna traccia.
La
giornata scorre, lui torna indietro, sale sulla sua auto, fa il giro
completo delle strade di quell’isolato; poi se ne va. Lei sopra
l’autobus osserva più volte il suo telefono portatile, senza trovarvi
alcun mutamento. Quando decide che è l’ora di tornarsene a casa, si
sforza di rimanere in giro ancora per qualche decina di minuti,
camminando a caso senza una meta. Qualcosa non gira perfettamente nella
loro relazione, pensano separatamente ambedue. Non importa, riflettono:
ci saranno altre occasioni, altre giornate, altre possibilità, ed anche
se probabilmente non sarà mai più la medesima cosa, avranno altro tempo
da dedicare con grande impegno a tutte queste sciocchezze.
Bruno Magnolfi
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