mercoledì 20 giugno 2012

Dentro la sofferenza. 2.


L’uomo ha continuato per un certo tempo a girare da un angolo all’altro nel suo appartamento, quasi cercando qualcosa che gli permettesse di occupare in qualche modo la mente; poi si è seduto, ha cercato di affrontare con determinazione il suo problema principale, ed è rimasto lì a lungo, senza riuscire a decidere niente su ciò di cui non è ancora riuscito a trovare alcuna convinzione. Pur riflettendoci, non gli è affatto chiaro cosa sia realmente accaduto, in quale maniera si sia determinata quella rottura improvvisa tra loro: secondo lui non c’è stato niente di diverso nel proprio comportamento di quegli ultimi tempi, nessun motivo valido, almeno tale da determinare la chiusura improvvisa della loro lunga relazione. In ogni caso si sente soddisfatto di aver cercato di accettare con fermezza e senza controbattere la decisione che si è sentita di prendere, anche se, secondo il proprio parere, gli sembra estremamente discutibile quell’evitare, da parte di lei, di dare delle spiegazioni plausibili.

E’ contento di esser riuscito a fingere una certa indifferenza di fronte a tanta determinazione, ed ha annuito a tutto senza neppure replicare, voltandosi addirittura da un’altra parte, quando lei se n’è uscita dalla sua vita mostrando quel ridicolo e incomprensibile scatto di orgoglio, come se lui in quel preciso momento, fosse riuscito a preoccuparsi di altro, mentre lei decideva per tutti e due, come trovando qualcosa addirittura più importante di quella sua conclusione. Ma a distanza soltanto di ventiquattr’ore, tutto adesso gli appare privo di valore, e la sua giornata si mostra vuota, così come le sue occupazioni: completamente annullate di senso. Gli risulta addirittura impossibile che tutto sia finito così, quasi senza chiarezza, e non si aspetta certo che qualcosa possa cambiare al momento, oppure nell’immediato futuro. Così ha provato un tuffo nel cuore quando l’ha riconosciuta, di spalle sul marciapiede, intenta ad osservare la vetrina del negozio lungo la strada, proprio di fronte al suo appartamento che rimane a quel primo piano del caseggiato. E’ rimasto nascosto per un po’ dalle tende della sua finestra, poi ha deciso di uscire di casa con una scusa qualsiasi, giusto per rendersi conto in maniera diretta di quanto stava accadendo.

Ha sceso quelle due rampe di scale quasi di corsa, fermandosi all’improvviso in prossimità del portone, ed ha guadagnato l’aria aperta ed il marciapiede con noncuranza, fingendo di non essersi affatto accorto di lei. Con il suo modo normale di fare le cose ha raggiunto il tabacchi poco più avanti, acquistato un pacchetto delle sigarette che preferisce, ha pagato, salutato il negoziante, ed è tornato verso il suo appartamento. Ma lei non c’era più davanti al negozio, se n’è accorto immediatamente; da dietro i suoi occhiali da sole ha cercato di osservare tutta la strada, da un angolo all’altro, metro per metro, ma solo per rendersi conto che lei, almeno sull’immediato, è assolutamente scomparsa. Ha cercato una spiegazione, ma non ne ha trovata nessuna. Ha avuto un attimo di incertezza quando ha tirato fuori la chiave del suo portone, ed ha avuto voglia di voltarsi, come sentendosi in qualche maniera osservato da lei, o chissà da chi, ma ha tenuto duro, ed è rientrato con tutta l’indifferenza che è riuscito a produrre con i suoi atteggiamenti.

Velocemente ha gettato a terra il mozzicone di sigaretta che si era accesa da poco, ha raggiunto di nuovo il suo appartamento, ed è tornato ad osservare la strada da dietro le tende della sua finestra. Poco dopo, lei, con calma, è uscita da quel negozio dove probabilmente era andata solo per ritirare un acquisto, o per provare un vestito che aveva già visto, o qualcosa del genere. Non si è girata neppure un momento verso la finestra dove lui stava nascosto, ed ha percorso tutto il marciapiede come se niente potesse distoglierne la sua completa determinazione. Infine è sparita dietro l’angolo in fondo alla strada, tornando ad essere così una persona qualsiasi, una perfetta sconosciuta, una donna talmente distante da lui da non avere bisogno neppure di lasciare un ricordo dietro di sé, un accenno qualsiasi, o un dolore profondo, preferendo il niente ad ogni altra cosa; e lui, senza riserve, si è sentito di accettare finalmente quella nuova realtà.

Bruno Magnolfi

Nessun commento:

Posta un commento