Credo sia
oggi la giornata giusta, pensa Germano come ogni mattina mentre siede
dentro al vagone per passeggeri pendolari. I miei ricettori sono alzati,
resto attento perfino ai più piccoli dettagli, e sono convinto che mi
sembrerà addirittura naturale accorgermi della realtà quando le cose
inizieranno a filare nella maniera giusta, e tutto all’improvviso mi
parrà quasi fosse stato preparato a puntino dalla mano di qualcuno che
ha fatto il tifo per me, fin dal primo momento. Il treno locale corre
tra i palazzoni di periferia, tra due fermate lui scenderà come ogni
giorno, coprirà a piedi quelle poche centinaia di metri che lo separano
dal suo luogo di lavoro, e infine saluterà i colleghi con qualche
battuta simile a qualsiasi altra mattina feriale.
Certi
giorni come quello di oggi, Germano sente che la sua realtà sta per
cambiare, per mostrarsi diversa da sempre, ma non sa dire o pensare
esattamente perché e in quale maniera: certo, gli piacerebbe avere più
soldi in tasca, maggiore tempo libero, un’esistenza più interessante
rispetto alla solita ordinaria monotonia. Ma non è del tutto neppure
questo il suo sogno. Lui vorrebbe un cambiamento, ma non sa dire quale, e
forse neppure vuole immaginarselo di preciso, non riesce a riflettere
concretamente cosa sarebbe da cambiare, e in questo modo lascia che
tutto, anche i suoi stessi pensieri siano dettati dal caso. Così manda
avanti la sua giornata come ha fatto da sempre, ma nella sua testa si
muove quell’elemento sottile che in qualche maniera gliela lascia almeno
sopportare.
Gli altri
sul lavoro in genere lo vedono di buon occhio: è un ottimista, mai
triste, non ti assilla con i soliti guai di tutti quanti. Eppure Germano
in giornate come quella di oggi non vede neanche del tutto ciò da cui è
circondato: sogna, immagina qualcosa di completamente diverso dalla
realtà, ma non dice niente a nessuno, è come se restasse in attesa di
qualcosa che non potrebbe spiegare, ma che per lui è comunque
fondamentale. Gli altri giocano ai videopoker quando escono, perdono
regolarmente un sacco di soldi e poi se ne lamentano. Lui no, non è
interessato a cose del genere. Sa che qualcosa è destinato a cambiare,
radicalmente, all’improvviso, ma non sarà mai un suo gesto a provocare
la variazione che attende.
La
giornata di lavoro va avanti come sempre, scandendo tutti i minuti con
quella lentezza che è tipica di un luogo dove quasi niente appare
interessante. Germano guarda gli altri, sorride, parla con tutti durante
la pausa per la mensa. A lui pare di avere un vento dalla sua parte, un
elemento che lo sostiene, che gli profonde maggiore energia, più
spirito, un insolito ottimismo. Infine arriva l’ora di uscire, ognuno
riprende le proprie cose e si avvia verso casa. Germano sale sul solito
treno insieme a molti altri, si siede, legge qualcosa su una vecchia
rivista che qualcuno gli ha dato, si rilassa durante quel breve viaggio,
si dimentica quasi di tutto. Poi percorre i soliti marciapiedi fino a
tornare al suo piccolo appartamento, ma qualcosa lo attira, un rumore in
un angolo, dentro una scatola da scarpe lasciata per terra. Un cucciolo
di gatto, abbandonato a se stesso, miagolante e curioso: lo prende, lo
osserva, lo rimette dentro la scatola, e infine lo porta con sé. Forse è
già un buon inizio, pensa.
Bruno Magnolfi
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