martedì 1 febbraio 2011
Il superamento delle difficoltà.
Aveva preparato le spugne, un secchio con l’acqua, la scopa, si era osservata attorno svogliatamente pensando alla polvere, ai panni accumulati sopra la sedia, ai tanti altri oggetti di casa da pulire e rimettere a posto. C’erano da fare parecchie cose, Marilena lo sapeva benissimo, eppure adesso restava lì, nell’attesa quasi che tutto andasse avanti da solo, senza di lei, senza la sua volontà. Quella miriade di piccole cose di cui preoccuparsi, accumulate un po’ per volta ogni giorno, senza fretta e senza particolare importanza, adesso la indisponevano terribilmente.
Non era tanto la mancanza di impegno il suo vero problema, quanto quel continuo e rituale ripetersi di ogni gesto e della sua causa, la polvere che cade, i panni che si accumulano sopra la sedia, lo sporco che va a finire sui pavimenti. Pareva un’ineluttabile condanna quel correre dietro qualcosa senza vederne la fine, come se fosse inevitabile perdere tutto quel tempo senza alcun risultato definitivo, se non quel momentaneo risistemare le cose, che non durava quasi niente, spesso neppure un giorno.
Poi si sedette, osservò l’acqua immobile dentro quel secchio e si sentì sola, persa e amareggiata del suo troppo pensare, di quella sua scrupolosa ricerca razionale dell’esistenza nei gesti più stupidi, nei compiti più ordinari, nel cercare di rendere le cose più simili alla loro radice. Le venne da piangere per la rabbia che riusciva a provare dentro di sé, ma si riscosse, si cambiò velocemente d’abito e decise di uscire di casa. Lo sapeva che al suo ritorno forse si sarebbe sentita ancora più triste per le cose accumulate ulteriormente grazie alla sua mancata volontà di affrontarle, eppure scese le scale con passo leggero, come se ad attenderla ci fosse una giornata meravigliosa, ineguagliabile, qualcosa da cui in nessuna maniera si sarebbe potuta permettere di non lasciarsi coinvolgere. Rientrò dopo una lunga passeggiata, e tutto le parve accettabile.
Bruno Magnolfi
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