Certe volte Ernesto se ne sta lì, seduto su quella vecchia panca di legno, accosto ad una baracca in disuso, a guardare il mare poco lontano in quelle mille pennellate di luce del sole quasi al tramonto. Non c’è niente di strano, a lui è sempre piaciuta quell’ora del pomeriggio, quando la giornata si appresta a calare sull’acqua: in quegli attimi gli tornano a mente tante piccole cose della sua gioventù, forse piccoli eventi che nella sua mente si sono ormai trasformate, ma cosa importa, quei particolari sono diventati soltanto più dolci, adesso, privi dell’asprezza che avevano un tempo.
Poi si alza, fa un gesto con la sua mano aperta, e se ne va verso casa: non ha alcuna importanza che qualcuno lo ritenga soltanto un vecchio da solo, uno che non riesce neppure a stare con gli altri. Lui si guarda ogni sera ancora un po’ attorno, riflette ancora qualcosa prima di rientrare nella sua abitazione, e sa per certo che tutta la sua vita è ciò che riesce ancora a pensare, quel che riesce a immaginarsi una volta di più, proiettata in fondo a quell’orizzonte di mare.
Bruno Magnolfi
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