mercoledì 15 dicembre 2010

Il rumore della vita che scorre.




Io amo il silenzio. Per questo non esco quasi mai da questa mia stanza; ciò nonostante anche qui giungono continuamente piccoli rumori fastidiosissimi che mi fanno regolarmente innervosire. E non parlo neppure del vociare dei bambini che quasi ogni giorno affollano il giardinetto su cui si affaccia questa mia finestra; penso a quei piccoli suoni che si insinuano regolarmente nei muri del mio appartamento: i tubi dell’acqua e del riscaldamento, per esempio, oppure i rumori che regolarmente provocano i miei vicini al piano di sopra, o a quello di sotto, o anche di fianco, nel manovrare le sedie, la mobilia, non so neanche io cos’altro, dandomi l’idea di persone del tutto indifferenti a chi non riesce a sopportare certe manifestazioni.

Ci sono fortunatamente anche momenti migliori durante la giornata, questo è vero; momenti nei quali un’aura di silenzio quasi perfetto si installa come per magia intorno alla mia stanza. Mi sento bene in quelle brevi pause, quasi a mio agio, anche se quella pacatezza che in quei casi riesco a raggiungere ha una durata sempre inferiore al tempo che vorrei.

Ho notato tempo fa, proprio in quei casi, che nel silenzio della mia stanza, in quei rari momenti in cui avviene, spicca alle mie orecchie il rumore basso e indisponente del mio cuore che continua a martellare, e insieme quello appena percettibile del sangue che scorre e del mio sistema nervoso in funzione. Perfino quando a sera tardi entro nel mio letto, queste vibrazioni fastidiose danno gran prova di loro, sembrano perfino aumentare, e adesso che ho iniziato a notarle e a prestarci orecchio, paiono addirittura ingigantirsi.

Ne ho parlato con il medico, naturalmente, giusto per capire cosa sia possibile fare in questi casi, ma lui ha risposto che non c’è nessuna possibilità, neppure tappandosi le orecchie, e che anzi, in quel caso, quei rumori apparirebbero ancora più definiti. Così ho cercato poco per volta di togliermi di mente questa mia preoccupazione, e qualche volta ho iniziato a trovare addirittura giovamento quando qualche piccolo brusio provocato dai vicini è giunto a coprire i rumori di fondo di questo mio organismo.

In questa maniera sono tornato ad ascoltare quasi con piacere il vociare dei bambini nel giardinetto vicino casa mia, ed ho lasciato correre ben volentieri quando ho sentito il suono cantilenante di qualche rubinetto d’acqua aperto in un appartamento di questo condominio. Poi ho pensato che il silenzio in fondo è solo un’astrazione, un’idea di cui si può provare un richiamo formidabile, certo, su cui ci si può anche fissare, ma che alla fine non ha proprio alcun senso. Per questo ho deciso di cambiare casa: voglio provare rumori diversi, abitare in una strada dove ci sia del traffico, saggiare così differenti vibrazioni con i miei padiglioni auricolari, magari anche più forti di quelli che ho udito fino adesso: sarà una piccola nuova esperienza, ho pensato, basta che non mi ritrovi nuovamente ad ascoltare con le mie orecchie la vita stessa che scorre dentro me.

Bruno Magnolfi

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