Siede
accanto a me una persona anziana, sembra indifferente a tutto, invece
dice qualcosa, un ordinario apprezzamento al bel tempo di oggi,
invitandomi così alla conversazione, ma senza impegno. Rispondo alle sue
parole, lui si gira leggermente verso di me, poi fa una pausa. Dice
sottovoce di chiamarsi Armando, di portare su di sé ormai parecchi anni,
ma di non avere alcuna voglia di morire. Sorrido, annuisco, chiedo con
garbo se faccia qualcosa per ovviare a questo inevitabile inconveniente.
Cerco di parlare con le persone, dice. Cerco di raccontare agli altri
quello che mi ricordo, le piccole sciocchezze accadute quando ero un
ragazzo, o anche prima, e di come si riusciva ad essere persone anche
senza l’uso della tecnologia.
Nessuna
nostalgia, immagino, dico senza enfasi. No, fa subito: assolutamente.
Non ha alcuna importanza quello che accade di nuovo, importante è non
farsi prendere la mano, le persone sono sempre uguali, soffrono e
gioiscono delle stesse cose: a volte hanno la fortuna di poter
raccontare qualche fatterello che è successo nel corso della propria
vita, e questo è quanto di maggiormente importante per la loro salute
mentale.
Apprezzo
la schiettezza e l’incisività delle parole che mi ha dedicato Armando,
mi alzo con calma dalla panchina, gli stringo la mano con calore e lo
saluto: devo andare, dico. Lui mi spiega che con probabilità ci
rivedremo, perché siamo persone che dedicano importanza ad una cosa
apparentemente sciocca come questa piazza, dice. Torno sui miei passi,
rifletto che tornerò nella mia stanza a crucciarmi di nuovo con le mie
povere cose, ma non posso fare altro.
Ripenso ad
Armando mentre salgo svogliatamente le scale del condominio. In fondo
ha perfettamente ragione, penso: cosa c’è di più importante dell’avere
ancora qualcosa da dire agli altri, mettere insieme delle storie che
parlino di noi, delle nostre esperienze, della vita oggettiva e
concreta. Decido che rifletterò a lungo su questo argomento stasera, le
sue parole lo meritano, e in fondo è la cosa migliore a cui posso
dedicare ancora del tempo, prima che la mia mente si chiuda del tutto
attorno ai miei isolati pensieri.
Bruno Magnolfi
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