La stanza è
la stessa di sempre, Corrado ancora sdraiato continua ad osservare le
piccole crepe che con il tempo si sono formate in mezzo all’intonaco,
imbruttendo ancora di più il già orrendo bianco ingiallito della tempera
vecchia sulle pareti. Lei poco prima si è spogliata, di fretta, forse
anche troppo, e Corrado, da un punto di osservazione completamente
distaccato da sé, ha guardato la scena con una certa riprovazione, non
tanto per ciò che subito dopo è accaduto, quanto per il vago squallore
di cui si è sentito partecipe.
Il sole
caldo e piacevole del primo pomeriggio entra dalla finestra filtrato
dalle tende verdine, e tutto sembra la messinscena perfetta per qualcosa
di importante che nei suoi pensieri è come se ancora debba accadere,
nonostante il fatto che nella realtà tutto sia stato già consumato.
Improvvisamente Corrado guarda la donna, sente l’impulso forte di farle
del male, forse di strangolarla, di stringerle la gola fino a vedere la
sua faccia paonazza e insopportabile cercare di urlare qualcosa senza
averne minimamente la capacità, ma non fa niente.
A poco
importa pensare che si conoscono da tanto tempo, che giornate come
quella che stanno trascorrendo in quella camera ce ne sono state
moltissime altre; la cosa fondamentale è il coraggio che serve affinché
quel pomeriggio per loro sia l’ultimo. Non il coraggio di un gesto
importante, quanto il piccolo impegno in qualcosa che continuano ambedue
a rimandare, accarezzando l’abitudine come una vecchia gatta egoista,
alla quale per indolenza è difficile rispondere male o per niente.
Le parole
da trovare poi, anche soltanto per sortire da quel momento intimo di
progressivo distacco, si dimostrano sempre più ostiche ad uscire dalle
loro bocche, incapaci come sono di veicolare la benché minima onesta
riflessione su quello che perdurano ad essere, in quel vedersi senza
futuro, incontrarsi senza riuscire a scambiarsi quasi più niente.
Corrado si
sente vecchio, ormai lontano anche da qualsiasi passione. Lei subito
dopo si vergogna addirittura della sua nudità: insieme sono soltanto due
poveri sciocchi senza argomenti. Infine si ricompongono, tornano in
fretta ad indossare i loro vestiti, poi si avvicinano alla porta di
uscita: devono salutarsi, come sempre fanno a quel punto, un bacio
frettoloso e qualche ragguaglio su come rivedersi e quando risentirsi,
ma c’è un attimo improvviso che cambia qualcosa in quel rito. Corrado
l’abbraccia, non sa per quale motivo, però sente che deve fare così, lei
se lo stringe a sé quasi sentisse perfettamente che quella è l’ultima
volta, e infine, senza neppure tornare a guardarlo, lo spinge
leggermente, fino a farlo uscire sul pianerottolo, e subito, pur
lentamente, richiude la porta sulla sua faccia sorpresa, senza neppure
una sola parola, anche se d’improvviso sa perfettamente che tutto adesso
è assolutamente compiuto.
Bruno Magnolfi
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