domenica 26 settembre 2010

l futuro nelle parole di Genni


Il futuro nelle parole di Genni

Genni pensa spesso al futuro. Lo fa per esercizio, lei dice, per immaginare qualcosa di meglio dopo questo triste presente. Certe volte si parla con lei, ma è difficile capire quello che pensa davvero. A volte è come se si esprimesse in un linguaggio incomprensibile, lo fa con l’ausilio di una grande fantasia, di immagini aperte, di una logica non ordinaria. Tutti noi, tra ragazzi, si annuisce quando lei dice qualcosa, cerchiamo sempre di ascoltarla con serietà e comprensione. Alcuni di noi sono sicuri che se diamo retta a quello che dice Genni, in seguito ci ritroveremo senz’altro migliori, forse lontani da qui, da questa squallida ordinaria realtà.

Quando Genni non c’è, sulle panchine del giardino dove in genere ci ritroviamo, non parliamo di lei, anzi, fingiamo che non esista, che non debba arrivare, anche se ognuno di noi dentro di sé attende solo che lei ci raggiunga. Poi, quando arriva davvero, lei si piazza seduta, ci guarda, e senza riferirsi a nessuno in particolare ci dice con calma che cosa pensiamo, da che cosa siamo preoccupati, quali sono i nostri desideri più intimi.

Ci piace sentirla parlare, è come se dicesse le cose che abbiamo sempre sognato che qualcuno spiegasse, ma Genni non spiega quasi niente, dice le cose che pensa, si riferisce soprattutto al futuro, dice un sacco di volte che per lei questo è l’esercizio fondamentale. Parla contemporaneamente con tutti, con se stessa e con ognuno separatamente, e se qualcuno di noi la interrompe lei smette con quei suoi pensieri, resta lì, assente, certe volte va via.

Qualcuno in altri casi non ci sta, dice che non verrà più alle nostre panchine ad ascoltare Genni che parla, ma non c’è niente di male, lei dice, è naturale che qualcuno si senta così, straniato, forse, calpestato nella propria individualità, in ciò che pare anche oltre ogni ragionamento divergente. Ma gli altri stanno lì, quando lei parla, quando ci spiega cosa dobbiamo pensare e quello che dobbiamo aspettarci, e c’è sempre un ragazzo o due in più, ogni volta; ci prende in giro, certe volte dice che vedremo annullate poco per volta le nostre personalità, ma noi non ci crediamo, ridiamo di questi discorsi, aspettiamo che Genni esplichi altri pensieri, che ci dica ancora qualcosa, qualcosa che manca come un tassello fondamentale a tutta quanta la costruzione.

Ogni volta è come se un grande punto interrogativo nascesse dentro di noi, sappiamo che Genni sa le risposte da dare, sa probabilmente che cosa accadrà, perché lei ha indagato il futuro, lo ha pensato in tutte le forme in cui le è possibile immaginarlo, però non ci dice la sua riflessione finale, non chiarisce niente dei dubbi che noi continuiamo a crearci. Genni sa cosa passa dentro alle teste di tutti, allora ci guarda, sorride, attende ancora qualche momento, poi spiega che ci dirà tutto la prossima volta, per adesso basta così, non c’è assolutamente bisogno di andare ancora più avanti.

Bruno Magnolfi

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