martedì 24 agosto 2010
Siamo qui, proprio dove dovremo essere
Lui aveva sentito un dolore dentro a una gamba. Aveva chiuso gli occhi, aveva lasciato trascorrere un po’ di tempo, infine aveva detto: non so, sento qualcosa in questa gamba, come se l’osso fosse stretto dentro una morsa. Continuava ad osservare il soffitto mentre restava fermo, supino nel letto, poi, visto che lei non aveva commentato un bel niente, neppure dato cenno di avere ascoltato, si girò dalla sua parte per osservarla, ma movendo soltanto la testa.
Uno di tuoi soliti stupidi dolori, disse lei senza distogliere lo sguardo dal libro, forse addirittura continuando anche a leggerlo. Come faceva a leggere e a parlare contemporaneamente, pensava lui, gli sembrava impossibile, ma lei faceva sempre in quel modo. Si girò dentro al letto movendo e tirando le coperte, procurandole un sacco di noia, quasi come fosse un suo dovere ordinario comportarsi così, cercando di dare rilievo a quel suo dolore, poi disse: è strano, è un tipo di fastidio che non ricordo di aver mai sentito; un dolore, qualcosa di strano, comunque.
Lei continuava a cercare di non dargli alcuna importanza, ma dopo soltanto un paio di minuti mise un pezzo di carta dentro al suo libro e si alzò rumorosamente dal letto. Lui restava in attesa osservando il cuscino lì accanto con ancora la forma della sua testa. Quando lei tornò aveva un tubo di crema, lo appoggiò sulla coperta senza dire neppure una parola, poi uscì di nuovo dalla camera.
Trascorsero alcuni minuti, poi lei tornò con una tazza di latte o di caffè, l’appoggiò sul suo comodino, e tornò a sistemarsi nel letto. Lui aveva iniziato ad armeggiare con la crema, ma alla fine ne aveva fatta uscire troppa dal tubo e si era unto quasi tutta la gamba, per cui avrebbe dovuto massaggiare a lungo per far sì che la pelle assorbisse per bene. Si stufò quasi subito, mise le pantofole e andò in bagno a lavarsi. Tanto queste pomate non fanno un bel niente, disse quando tornò.
Lei allora attese che lui fosse di nuovo sistemato sotto le coperte, appoggiò il libro sul comodino, prese un sorso dalla sua tazza e guardando la zona del letto dove lui aveva i piedi disse soltanto: se domattina avrai ancora il dolore arriviamo al Centro Medico a farsi un controllo; non si sa mai con queste cose, è molto meglio dormire tranquilli.
Bruno Magnolfi
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