lunedì 6 dicembre 2010
Nei pensieri del paese.
Un passo, poi un altro, senza fretta, con un ritmo da passeggiata, da affrontare nelle ore centrali del giorno, lungo le strade principali del paese, con calma, sempre in modo cadenzato, senza stancarsi mai di camminare e di osservare tutto. Non ci sono problemi, chiunque può farlo, qualsiasi persona può permettersi di girare lungo i marciapiedi grigi, ed osservare le case, le persone, un gatto che salta sopra un muro, alcuni alberi cresciuti dentro ad un giardino, una porta chiusa troppo bruscamente.
La signora Lorenza abita da sola, lo sanno tutti, e forse rimanersene in casa, là dentro tutto il giorno, è una cosa che proprio non riesce a sopportare. Così esce, passeggia in lungo e in largo anche se non si ferma quasi mai a parlare con qualcuno; scambia un saluto, questo si, ma in genere prosegue subito dopo la sua strada, a meno che non le chiedano qualcosa, al che lei risponde sempre con grande cortesia, con un sorriso pronto per chiunque. E’ uno spirito solitario il suo, lo si capisce subito, chissà cosa pensa dentro a quella testa di capelli quasi bianchi, lunghi, raccolti sulla nuca da un fermaglio, come a tirare verso un punto definito tutte le sue idee, le sue piccole riflessioni di instancabile osservatrice.
Dicono che scrive poesie, ma forse è solo un’abitudine di paese quella di voler dare un senso a tutto, come se si dovessero trovare le debolezze di chiunque per riuscire a sentirsi superiori. Un giorno inciampa, la signora Lorenza, e cade a terra, in malo modo. Qualcuno corre, la rialzano, lei si lamenta, non perché senta un dolore particolare da qualche parte, ma solo perché qualcosa è intervenuto ad interrompere il suo filo di pensieri, le sue lente riflessioni sulle cose. Così per qualche giorno evita di uscire, qualcuno osserva la sua porta chiusa, altri chiedono di lei, ma solo così, per semplice curiosità.
Quando torna a farsi rivedere, tutti notano che è andata a sedersi sopra una panchina, sotto agli alberi della piazza principale. Ha un quaderno con sé, scrive qualcosa, forse una delle sue poesie di cui a volte si era parlato. Infine torna a casa, sempre con il suo quaderno sotto al braccio, e qualcuno mentre la saluta le chiede, per curiosità, cosa mai possa averci scritto sopra quei fogli: niente di particolare, dice lei, sono solo i pensieri di tutti coloro che incontro ogni giorno per la strada; li ho sempre immaginati, mentre camminavo, ma ora che mi sono decisa a descriverli sopra al mio quaderno, mi pare proprio che siano ancora più reali, quasi quanto le stesse persone del paese che hanno avuto quei medesimi pensieri.
Bruno Magnolfi
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