martedì 14 dicembre 2010
Piccole attività di un mercato.
La signora Franca e la sua amica si incontrano ogni sabato mattina all’angolo della piazza del quartiere, e insieme si recano al mercato rionale lì vicino. Si salutano sempre con grandi sorrisi quando si vedono, e si scambiano con poche parole un piccolo riassunto di come va la salute e il resto di tutte le cose che caratterizzano le loro giornate. Forse potrebbero addirittura parlare maggiormente delle loro preoccupazioni e di quei minimi guai che sono costrette ad affrontare, ma quel loro incontrarsi al sabato mattina è qualcosa che supera questo tipo di chiacchiere, con un balzo va oltre l’elementare spiegarsi la loro diversa ma simile vita ordinaria.
Si conoscono da molto tempo la signora Franca e la sua amica, ma generalmente non si vedono mai durante la settimana, neanche per caso, abitando in due strade, pur dello stesso quartiere, ma non vicinissime tra loro. Quindi si vedono al sabato, come un rito sedimentato, in occasione di quel mercato a cui non riuscirebbero in nessuna maniera a mancare. Normalmente non c’è niente che devono comprare o di cui abbiano veramente bisogno, si trovano lì per un altro scopo, ed è forse un vezzo ancora più forte della mania degli acquisti.
Le due donne si fermano ad ogni bancarella, osservano ciò che viene posto in vendita, e intavolano tra loro uno scambio continuo di opinioni sui prodotti e sui prezzi. A volte qualcosa finiscono pure per acquistarlo, in questo scorrere da un articolo all’altro, ma non è certo questa la cosa importante. Per loro sapere cosa viene venduto ogni sabato in quel mercatino popolare è qualcosa che va oltre ogni altro valore. Nella maggior parte dei casi si trovano facilmente d’accordo nel dare giudizi su ciò che considerano, ma anche quando non hanno la stessa opinione su qualcosa, questo fatto non provoca alcuna differenza nei loro rapporti.
Lentamente perlustrano tutte quante le bancarelle di cui quelle strade sono piene, e solo quando ormai si sentono stanche decidono che è l’ora di tornarsene a casa. Certe volte si concedono un caffè in piedi, dentro un bar che si apre lungo la strada, altre volte ne fanno anche a meno. Nei casi in cui qualche conoscente si è voluta affiancare alla loro consuetudine, le cose non sono andate mai troppo bene, perché il gusto che provano la signora Franca e la sua amica è qualcosa che vale solo per loro, e spesso è difficile persino da spiegare.
Infine tornano a separarsi nella piazzetta del loro quartiere, si dicono ancora qualcosa fermandosi sempre per un attimo in più, poi si salutano, dandosi naturalmente l’appuntamento per la mattina del sabato successivo, esclusi sempre possibili impedimenti. La signora Franca è raggiante quando ritorna a salire le scale di casa; suo marito le chiede qualcosa, ma lei non concede quasi alcuna spiegazione sui suoi giri al mercato: è qualcosa a cui tiene, non ci sono assolutamente dei dubbi, ma è un elemento così evanescente nella sua vita, quasi una piccola, fondamentale estrosità, che per nessuna ragione sarebbe disposta a privarsene o a scambiare con altri, neppure se suo marito si mettesse di mezzo per capirne di più la natura.
Bruno Magnolfi
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